“Invece del campanello“ è un piccolo libro scritto da Beppe Finessi che presenta un progetto di Bruno Munari e Davide Mosconi. Perché il suono del campanello deve essere uguale per tutti e, invece, non se ne può inventare uno che sia diverso a seconda degli abitanti di una casa, ad esempio in relazione al loro nome o al lavoro che svolgono?
“Bottoms up doorbell” (Peter van der Jagt, 1994) è un campanello che, invece di presentarsi come una scatola anonima, è costituito da due oggetti inaspettabili che, se percossi, riproducono il classico “dlin dlon”.
R. Murray Schafer, nel suo fondamentale testo intitolato “Il paesaggio sonoro“ , ritiene che le onomatopee rispecchino il contesto dei suoni in cui si è abituati a vivere. Ecco perchè, nella lingua italiana, il cane fa “bau bau” e il gatto “miao”. Ma, ad esempio, nelle lingua inglese il cane fa “wof wof” e il gatto “meow”. Eppure, si tratta degli stessi animali. Per quanto possa sembrare ridicolo, sono gli animali a esprimersi in modo diverso o sono le persone a interpretare i suoni a seconda della propria cultura sonora?
Sarà così anche per il “dlin dlon” del campanello?