Mi piace il riverbero del suono.
Forse perché, quando suonavo il pianoforte, mi intrigava azionare il pedale che solleva gli smorzatori e permette alle corde di continuare a vibrare, anche senza toccare più i tasti.
Forse perché il riverbero permette una lettura immediata dello spazio, se è aperto o chiuso, se è grande o piccolo, se è vuoto o arredato da cose e persone.
Però quella persistenza del suono, una volta che è stato gettato nello spazio, ha un sapore di vissuto, come se conservasse memoria di ciò da cui è stato riflesso o in cui si è perso.
Il riverbero è un effetto della riflessione del suono quando incontra ostacoli nel suo percorso. Alcuni lo evitano con attenzione, perché in effetti talvolta può dare fastidio. Per me è un fenomeno affascinante e di grande funzione narrativa.
Tanti altri fenomeni acustici possono costituire un piacere per le orecchie. Consiglio la lettura di un libro, “Repertorio degli effetti sonori”, scritto da Jean François Augoyard e Henry Torgue. Si tratta di una sorta di dizionario, in cui i comportamenti del suono, fisici e coniati ex novo, vengono descritti non solo dal punto di vista acustico ma anche di varie discipline, dalla psicologia all’urbanistica. E’ un libro interessante perché un approccio umanistico, interdisciplinare e sistemico può facilitare la divulgazione di informazioni relative al suono e al suo mondo sfaccettato, evitando che ci si arrocchi in posizioni polverose, autoreferenziali e rigide.
Uno dei tanti esempi di contratto (cfr. Michel Chion) perfetto tra effetti sonori, immagini e narrazione filmica è Stalker (1979), del regista Andrej Tarkovskij, in cui la colonna sonora è stata curata da Eduard Artemyev.
Stalker racconta l’esplorazione di un luogo proibito e abbandonato, la Zona, da parte di tre persone, lo Stalker, il Professore e lo Scrittore. E’ un viaggio fisico ma anche interiore, irto di ostacoli e soprese. L’orecchio è sempre teso ad ascoltare il suono più flebile, come segnale per valutare la sicurezza del proprio percorso.
Ecco due esempi presenti in Stalker, in cui l’effetto sonoro di riverbero ed eco si integrano con lo scorrere della storia.
L’esplorazione del tunnel, la cui uscita è ignota, avviene valutando le risposte dello spazio attraverso l’ascolto.
Credits: qui
Invece, il tragitto dalla realtà quotidiana all’ingresso nella Zona è sottolineato da un parallelo percorso sonoro che passa dai suoni concreti a quelli interiorizzati dai personaggi, in un rimando di echi e riverberi.
Infine un altro omaggio a Tarkovskij, sapiente pittore di suoni: Solaris (1972).